Un paguro, il mal d’Africa e una nuova, propulsiva, forza creatrice! – Capitolo 6

4 STATI, DUE CONTINENTI E DUE ANIME DIVERSE ALLA RICERCA DI SE STESSE

L’indomani il cielo era sereno sopra Pangane, la lunga spiaggia lasciata dalla bassa marea pullulava di enormi figure colorate, che con delle strane e grosse antenne raccoglievano oggetti dal mare e li mettevano dentro un contenitore che poi si portavano via, lontano, dove la sabbia diventa asciutta…

Le raccoglitrici dell’Oceano Indiano a Pangane, Mozambico.

Noi ci siamo svegliati presto. Non perché avevamo impellenti impegni, ma semplicemente perché l’emozione dei nuovi luoghi continuava a tenerci gli occhi aperti di meraviglia. Fu così che, aprendo la tenda, ci trovammo davanti uno spettacolo inimmaginabile!

Madre Natura, quando vuole, impiega parecchio ingegno per sorprendere ogni giorno le sue creature con la bellezza di luoghi come quello. Ciò che l’oscurità ci aveva celato col nostro arrivo notturno, adesso ci veniva svelato in tutta la sua raggiante forza dalla luce diurna!

Il campeggio era situato proprio sulla riva del fiume che ci separava dal parco nazionale. E dalla nostra invidiabile posizione potevamo vedere qualsiasi cosa. Quando ci siamo svegliati c’erano due giraffe (mamma e piccolo) che camminavano con calma sulla sponda ad un centinaio di metri da noi, erano illuminate da un Sole appena nato che rendeva il loro manto ancor più arancione del previsto, sullo sfondo del fiume blu e della vegetazione…Poi, guardando nel fiume, abbiamo scovato un grande branco di elefanti che lo stava attraversando in fila indiana, con i cuccioli che teneramente arrancavano per star dietro ai genitori. Mentre osservavamo meravigliati, uno dei grandi maschi si è staccato per venire a brucare l’erbetta proprio a pochi passi da noi. Era tranquillo e sicuro (e come fa a non essere sicuro un elefante africano maschio adulto???!) e a noi sembrava quasi di poterlo avvicinare e toccare…Fortunatamente la coscienza è più forte dell’incoscienza e le emozioni a volte non ti lasciano il fiato per agire…

Elefanti che attraversano un fiume nel South Lwanga N.P.

Siamo partiti nel tardo pomeriggio, ma con il Sole ancora alto sull’orizzonte, per il nostro primo safari!

Il Sole seguiva la sua traiettoria ascendente verso l’altro emisfero e i colori nella savana diventavano lentamente più intensi. I fuoristrada hanno cominciato il loro percorso sballottandoci tra le buche del parco e sostando a comando per salutare impala, giraffe e zebre. Anche quando sai che ne vedrai tante, da sempre una certa emozione il rivedere questi animali così strani per il nostro vecchio continente. Eppure sai (ma non sai come mai) che l’emozione più grande la proverai davanti ai felini. Chissà come mai nel regno umano si avverte questa forte attrazione per i grandi cacciatori della savana. Probabilmente perché sono considerati i più feroci, o forse perché l’uomo è calamitato naturalmente da ciò che più fa paura, o forse perché in fondo, nella savana, sono gli animali più simili a noi: hanno grandi occhi espressivi con ciglia lunghe nei quali vorresti perderti almeno una volta…

E mentre sognavamo osservando l’enorme palla di fuoco che invade la savana all’ora del tramonto, improvvisamente un leopardo attraversò la strada proprio davanti ai nostri occhi! Era adulto ma non troppo: avrà avuto 14 mesi e lo si vedeva dalle zampotte tenere che distinguono i cuccioli dagli adulti…ancora non erano zampe da adulto! Era concentrato nel suo passo e si è rifugiato in un piccolo canyon di un paio di metri proseguendo senza farsi disturbare da niente…L’abbiamo seguito fotografando il suo manto in tutta la sua maestosa lucentezza…Quand’ecco che punta! Si accuccia… sembra quasi riflettere…poi si rialza…muove qualche altro passo…punta ancora una volta e… scatta!!!

Il cucciolo di leopardo punta la preda da lontano.

La punta del leopardo prima dello scatto!

Lo sfortunato scatto…

Purtroppo (per il leopardo e per noi) i cuccioli non sono così veloci e agili come i genitori e spesso hanno bisogno di esercitarsi a lungo prima di riuscire nel duro compito di trovarsi da mangiare…e così, quel neo-solitario leopardo, non mangiò la preda che gli avevamo visto puntare ed inseguire…Ma un’altra scena emozionante si parava davanti ai nostri sguardi: tutta la radura aveva udito la miracolata preda urlare di paura e poi, subito dopo, calò il silenzio. Un silenzio vero. Tutta la savana ha smesso di parlare ed ogni animale che l’abitava si è voltato verso il leopardo per avvisare anche il più ignaro dei compagni. Tutto taceva e tutto era immobile in un surreale scenario da fermo immagine che mai cancelleremo dai nostri ricordi.

Lo spettacolo del silenzio nella savana dopo l’attacco del leopardo.

Il leopardo se ne andò altrove in cerca di luoghi in cui non fosse ancora giunta la sua fama e noi riprendemmo la nostra caccia al felino. Abbiamo errato a lungo mentre l’oscurità sopraggiungeva inesorabile sopra le acacie e le erbacce. Giunse la notte ed era senza Luna. Le stelle apparvero lentamente, come per incanto, a coprire il nero manto.

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Comments
  • Lio
    Rispondi

    Viva i LioPardi 🙂

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