DIARIO PREPANDEMICO (E TRAVAGLIATO) DEL MIO VIAGGIO IN AUSTRALIA NEL 2020

Ho pensato a lungo (ben 2 anni!) prima di scrivere il resoconto del mio viaggio in Australia, non perché non mi sia piaciuto quello che ho visto, ma perché non è andato esattamente come avevo previsto e quindi più che un racconto del posto visitato, è un racconto di quello che ho vissuto.

Alla fine, dato che finalmente le frontiere si stanno sbloccando, posso finalmente saldare il conto in sospeso che ho con questo continente/isola/nazione e ricominciare a programmare il mio ritorno in terra oceanica per Agosto 2022.

E quale miglior modo di prepararsi che ripercorrere le tappe del viaggio precedente, anche se non proprio “convenzionali”!

 

E’ si, il viaggio che ho fatto in Australia nel 2020, rientrando pochi giorni prima che la pandemia esplodesse in Italia e nel mondo, non è andato esattamente come avrei voluto, eppure sento fortissimo il bisogno di tornarci, anche a distanza di due anni.

Ecco cosa scrivevo alla vigilia della partenza:

 

18 Gennaio 2020

In quinta elementare le maestre ci fecero scegliere un paese straniero su cui fare una ricerca da presentare all’esame finale. Io scelsi l’Australia.

Scrissi allora una lettera all’ambasciata australiana (non c’era internet all’epoca!) chiedendo materiale per la ricerca e nel giro di un paio di settimane mi recapitarono a casa un plico pieno di riviste, mappe e materiale didattico e informativo.

L’Australia era nel mio immaginario di bambina il paese-continente-isola più grande di tutti. Era il posto “dall’altro capo del mondo” e per questo gli australiani secondo me camminavano a testa all’ingiù ! Sognavo i canguri, i koala e gli eucalipti (poi ho scoperto che la cacca di koala profuma di eucalipto e sono andata in brodo di giuggiole!) .

L’Australia è rimasta nella mia testa un continente mitologico ancora oggi: sogno la montagna sacra di Uluru e gli aborigeni, la fauna e la flora completamente diverse dalle nostre, sogno di vedere l’opera al teatro dell’Opera di Sydney , di nuotare sulla grande barriera corallina e di camminare anche io a testa all’ingiù !!!

È giunto il momento di realizzare anche questo sogno

Canguro

Il primo canguro del viaggio lo abbiamo avvistato in un campo da golf!

Koala

Koala aggrappato al suo eucalipto

Siamo atterrati a Melbourne dopo il lungo volo, stanchi ma curiosi. Con me, oltre al solito gruppo di avventurieri, stavolta è venuta anche mia mamma. Ho sempre pensato che viaggiare con mia mamma sia un valore aggiunto: con la sua cultura, le sue conoscenze, i discorsi e le discussioni produttive su come hanno origine le cose e molto altro, non possono che arricchire il bagaglio che mi porterò dietro alla fine di questi 23 giorni a testa all’ingiù.

Io e mamma ai 12 Apostoli

Mamma a Sydney

La prima settimana di questo viaggio l’abbiamo dedicata alla costa sud da Melbourne ad Adelaide, passando in auto dalla Great Ocean Road.

Melbourne è moderna, pulita, florida e la sua biblioteca è la regina della città con il suo aspetto antico e sacro inserito in un’architettura contemporanea.

Preso possesso delle nostre auto, abbiamo cominciato il nostro viaggio attraversando panorami che cambiavano ad ogni curva lungo la costa e poi anche nell’entroterra.

Abbiamo fatto il nostro primo incontro con i wallabe, i canguri, i koala, le echidne ma anche le ancestrali felci arboree e tante altre meraviglie naturali di questo mondo al rovescio.

 

Il mercato (chiuso!) di Melbourne

Biblioteca Melbourne

La biblioteca di Melbourne

Camminate nella natura

Felce arborea

Un’ancestrale felce arborea!

L’Oceano Antartico si affaccia alla nostra vista oltre i 12 Apostoli: pinnacoli rocciosi che si ergono tra le onde e intorno ai quali giocano i surfisti.

Ci aspettavamo incendi e abbiamo trovato cicloni che ci hanno accompagnati per gran parte del viaggio. Sul mare per fortuna abbiamo anche trovato qualche sprazzo di sole.

Tra Dicembre 2019 e Gennaio 2020 l’Australia è stata colpita da una serie di devastanti incendi che hanno messo a repentaglio l’ecosistema di molte regioni. Lungo il nostro tragitto non incontriamo alcun incendio, ma vediamo la devastazione che il fuoco ha portato in questi luoghi. Dobbiamo rinunciare alla visita a Kangaroo Island per questo, ma in compenso ci gustiamo altre meraviglie.

Prima di partire avevo comprato 6 mascherine FFP2 per me e per mia madre per proteggerci dal fumo degli incendi…le abbiamo riportate a casa intatte senza sapere che a brevissimo ci sarebbero servite molto e sarebbero state a lungo introvabili!

Surfisti australiani

i 12 Apostoli!

I 12 Apostoli

Anche Adelaide ci lascia le stesse belle impressioni che ci ha lasciato Melbourne. Giovane e solare nonostante la pioggia, questa città rivela la sua multiculturalità nel vivissimo mercato del cibo e il suo legame con la natura nel parco con giardino botanico. Grosse volpi volanti attaccate agli alberi ci osservano dall’alto (a testa all’ingiù…quindi forse sono loro a stare nel giusto verso???!).

Fare attenzione alla natura è uno stile di vita anche nelle grandi città

Maestosi alberi nei parchi cittadini di Adelaide

Una volpe volante dispiega le sue ali in mezzo alla città

L’albero offre riposo alle volpi volanti

25 Gennaio 2020

E mentre in Italia si dorme, in Australia ci si sveglia e si vola… Pronti per una nuova avventura nell’avventura! In viaggio verso Uluru: la montagna sacra.

Uluru

Uluru vista dall’aereo

Il deserto rosso australiano

Io non so come mai, ma la sabbia rossa del deserto evoca in me emozioni e sensazioni uniche. Sono come ipnotizzata dai deserti, tanto più se rossi. E il deserto australiano nel quale atterriamo è esattamente un ipnotico per me, come se fosse casa mia. Sarà per questo che ho tanta voglia di tornare in Australia quanta ne ho di tornare in Africa…

Aborigeni

Aborigeni nell’ora del riposo

Donna aborigena

Donna aborigena

Il nostro programma prevedeva di stare in questa regione per 5 giorni ma si trasformeranno in molti di più.

Il 27 Gennaio avevamo previsto un trekking a Kings Canyon che purtroppo per noi durerà solamente 20’ invece delle 3 ore previste. Mia mamma è inciampata durante il trek ed è caduta su un ramo di Mulga (albero dal legno altamente tossico) che le ha quasi trapassato l’intero avambraccio provocandole una ferita lunga 18cm e profonda 5 con centinaia di schegge all’interno. Il mulga, o acacia aneura, è una pianta “rara” perché cresce solamente in alcune regioni australiane, in particolare quelle ancora oggi più abitate dagli aborigeni. Chiaramente gli aborigeni conoscono bene i rischi della pianta e mai si inflizerebbero con il suo legno tossico che invece usano per rendere velenosa la punta delle loro lance. Quindi, fatti tutti i calcoli, è un evento rarissimo che qualcuno venga infilzato con un ramo di mulga. Indi per cui la letteratura medica a riguardo è quasi inesistente!

Mia mamma nel trekking a Kings Canyon poco prima di cadere

La nostra stanza in ospedale col letto di mamma ed il mio giaciglio a terra per 8 notti!

30 Gennaio 2020

Siamo venute qui per riscattare un brutto periodo e vedere Uluru, la grande barriera corallina e l’opera al teatro dell’Opera di Sydney. Siamo rinchiuse in uno sperduto ospedale in mezzo al deserto ad Alice Springs da 3 giorni e 3 notti. Incrociate per dita di mani e piedi per noi. Sapevo che in Australia tutto è più pericoloso, ma mai avrei pensato ad un pezzo di legno così bello all’apparenza…

Chissà cosa ne direbbero gli aborigeni… Intanto abbiamo portato la prima pioggia nel deserto dopo un anno di completa siccità.

I numerosi e multietnici medici e infermieri del reparto di chirurgia!

Per i corridoi dell’ospedale…nel mio vagabondare…

1 Febbraio 2020

Le mie prime due ore libere ad Alice Springs dopo 5 giorni e 5 notti chiusa in ospedale…Oggi c’è un cauto ottimismo e quindi mentre mia mamma dormiva, ho fatto un piccolo giro! Cosa c’è ad Alice Springs? Il rettilario “E quindi uscimmo a rivedere i rettili”!!!!! Ovviamente mi sono innamorata del diavoletto spinoso giallo

Diavolo spinoso

2 Febbraio 2020

E mentre in Italia è notte, nel mondo a testa all’ingiù è già mattina inoltrata del giorno dopo. Alice Springs è proprio al centro dell’Australia, a 2000km dalla città più vicina e in mezzo al deserto. Qui non pioveva da oltre un anno fino a 4 giorni fa. Da 4 giorni una piccola pioggerella sottile rinfresca a tratti le strade accaldate. Secondo gli aborigeni la pioggia è segno di fortuna, prosperità e tutto quanto c’è di buono al mondo… Per me però questo cielo bianco bigio non è che sia così elettrizzante!!!

Stamani il fiume di Alice Springs è straripato: non so da quanti anni non succedeva, ma sono tutti eccitati e felici per il “lieto” evento! Io continuo a guardare il cielo bianco bigio e questi australiani contenti con aria perplessa (sarà anche colpa del sesto giorno in ospedale ma sorridere al cielo grigio proprio non mi riesce!): l’Australia è proprio un mondo al rovescio!

Telecronaca di un’alluvione nel deserto! Non guardate la mia faccia stravolta please!!!

3 Febbraio 2020

“E quindi uscimmo a riveder le stelle”.

8 giorni in ospedale, 3 interventi chirurgici in un ospedale situato nel centro esatto dell’Australia e composto da medici, infermieri e personale provenienti da tutto il globo (ho contato tutta l’Australia, Indonesia, Filippine, Zimbabwe, India, Cipro, Polonia, Korea e chissà quali altri!).

Non è del tutto finita: occorrono altre medicazioni, varie attenzioni, fisioterapia, ecc prima di poter dire che è andato tutto bene. E poi c’è il rischio voli (da Alice Springs a Sydney, poi a Dubai, poi a Roma e infine in auto fino a Firenze), ma per ora ci accontentiamo di essere uscite dall’ospedale!!! Staremo ad AS ancora un paio di giorni e poi ancora qualche giorno a Sydney per stabilizzarla dopo e prima dei voli. Non è finita ma oggi c’è il sole, l’alluvione è passata e mi sento ottimista (ed esausta!!!).

Arte aborigena

Per i corridoi dell’ospedale…

4 Febbraio 2020

Domani se tutto va bene cominciamo il lento rientro e approdiamo a Sydney! Nel frattempo, di questa lunga villeggiatura forzata all’ospedale di Alice Springs, conservo qualche ricordo. Un ospedale colorato e popolato di aborigeni in larga parte ma anche di gente da tutto il mondo!

Firenze è lontana!

Nuove esperienze…

Il 5 Febbraio riusciamo finalmente ad uscire dai Territori del Nord e prendere il volo alla volta di Sydney.

Di questa sosta forzata di 10 giorni mi porto dietro tanto: l’incrocio di culture e popoli nell’ospedale, la solidarietà, l’arte e l’artigianato aborigeni di Alice Springs, il caldo torrido, la sabbia rossa che circonda tutto, l’alluvione nel deserto… Ogni istante di questi 10 giorni di preoccupazione, si è portato con sé anche una nuova scoperta, una nuova consapevolezza. Sicuramente l’apprensione per la salute di mia mamma mi rende più attenta, ma allo stesso tempo mi sento anche istintivamente legata a questi territori.

Meteo curioso e divertente

Una delle rare volte in cui il fiume scorre…

Sydney ci accoglie con una pioggia incessante, ma il desiderio di riscattare i giorni “persi” in ospedale, ci porta a non far caso all’umidità ed esplodere di curiosità e voglia di vedere il più possibile.

Visitiamo l’immenso acquario (popolato da innumerevoli creature marine fino ad allora a me sconosciute!), il curatissimo zoo (e anche qui gli occhi si riempiono di meraviglie della natura), l’irresistibile mercato del pesce (popolato di gabbiani e altri uccelli che elemosinano il pranzo dei bipedi venuti a gustarsi succulente cruditè). Facciamo shopping nei mercati rionali e nei più sciccosi negozi della Ugg, visitiamo i moderni grattacieli e parchi cittadini ed infine ci godiamo una serata all’opera nel famosissimo teatro dell’Opera simbolo della città.

Acquario di Sydney

Acquario di Sydney

Acquario di Sydney

Mercato del pesce al porto di Sydney

Allo zoo di Sydney

Echidna

Tutto intorno a noi mi fa venire voglia di tornare…

 

9 Febbraio 2020

2 voli per tornare a casa . Il primo dura 14 ore il secondo 7. Ma siccome la mamma ha subìto tre interventi chirurgici, l’assicurazione ha regalato l’upgrade in Business Emirates ad entrambe Letto vero, nouvelle cousine, borsetta Bulgari in omaggio, lounge 24h con tutto gratis, bagno finestrato tra le nuvole, ecc ecc Quasi quasi resto qui a 40000 piedi d’altezza …Buongiorno, buonanotte o quello che preferite a seconda del vostro fuso orario

Harbour Bridge di Sydney

Il famoso teatro dell’opera simbolo di Sydney

10 Febbraio 2020

Dopo rischi indicibili e traversie innumerevoli siamo finalmente giunte sane e salve a casa ! Il giorno più lungo della mia vita (non metaforicamente ma realmente) fatto di 34 ore (24+10di fuso orario) di cui 31 in viaggio , si è concluso…e anche le mie preoccupazioni Australia ci rivediamo presto! “Dopo tutto domani è un altro giorno”!

La baia di Sydney

L’Australia è un continente che non può non sorprenderti e non può deluderti.

I paesaggi, talmente sconfinati al punto da generare una sorta di confortante angoscia, cedono il passo solo raramente a qualche mutamento. Il deserto ricopre gran parte della superficie ma è un deserto rosso, vivo, pericoloso e affascinante al contempo. Le coste sono allegre e popolate di ogni genere di animale e vegetale strano e variegato…come se qualcuno si fosse messo a giocare a dadi per distribuire le stranezze sugli animali e le piante! Le città sono moderne, all’avanguardia, pronte ad accogliere ogni genere di attività.

Ho trascorso gran parte del viaggio nel centro geografico di questo continente, ad Alice Spring, confinata in un ospedale dal quale era davvero difficile uscire (ma ce l’abbiamo fatta!). Ad Alice Springs ho vissuto “l’altra Australia”, quella abitata dai suoi originari abitanti: gli aborigeni. E’ qui che ho conosciuto la crudezza di un paese che cerca di non discriminare, ma a tutti gli effetti lo fa, non dando dignità ad uno stile di vita inusuale per tutti gli altri. Gli aborigeni camminano a piedi nudi su qualsiasi superficie e con qualsiasi clima. Non importa se il terreno è arso dal sole del deserto, se è cosparso di schegge di legni velenosi o se è frequentato da alcuni dei rettili più letali dell’intero pianeta. Loro si ostinano a camminare a piedi nudi. E sopravvivono. Gli aborigeni non si piegano alle leggi del popolo bianco. Gli aborigeni vivono tristemente in un limbo che non riescono a riconoscere più: sospesi tra la “civiltà” che i bianchi conquistatori hanno costruito sulle loro terre sacre e la loro comunità ormai divisa e disciolta dalle leggi importate dall’alto. Hanno occhi di rabbia e tristezza ma mani e parole di arte e meraviglia.

Non ho ancora finito di esplorarti Australia, anzi: ho appena cominciato! Voglio nuotare nella Grande Barriera Corallina, abbracciare i koala e accertarmi di persona che profumano di eucalipto, voglio vedere Uluru al tramonto e girarci intorno a piedi e salire sull’Harbour Bridge a Sydney. Per questo ad Agosto 2022 ho richiesto di poterci tornare e chiunque voglia unirsi è il benvenuto!

Arrivederci Australia!

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