Firenze in isolamento
Cose che vorrei tenere (o che ho scoperto di volere) di questo isolamento anche dopo la fine dell’isolamento.
Non è facile vivere nell’isolamento: tanti e diversi sono i sentimenti che proviamo in questi giorni e quasi sempre negativi. E’ una situazione innaturale la nostra, a cui non siamo abituati e alla quale non vogliamo a nessun costo abituarci. Ma a forza di “lottare” contro questa situazione che di certo non siamo noi a poter cambiare, rischiamo di farci solamente del male. E allora ho deciso di provare a capovolgere la situazione e, senza entrare nel mondo fatato di Fruttolandia, ho cominciato a stilare una lista di cose positive che mi stanno accadendo e che non avevo mai avuto in tempi normali. Cose che mi dispiacerebbe abbandonare una volta tornati alla “normalità”.
La lista l’ho cominciata io ma vorrei che fosse una lista di tutti: aggiungete anche voi nei commenti cosa conservereste di questo periodo anche dopo che tutto sarà finito.
– L’aria pulita
– Il tempo per riavvicinarmi a me stessa
– Il comune sapere che ci basta poco per vivere
– Il silenzio senza altri rumori di fondo se non il fiume che scorre
– L’Arno pulito
– La capacità di donare anche senza avere niente di materiale da dare
– La consapevolezza che i legami restano
– La voglia di stare all’aria aperta
– La solidarietà
– La creatività
– Potermi godere il divano di casa
– Il tempo per dormire quanto serve
– ….
….
…
La natura che si riprende i suoi spazi
La scoperta di ciò che ci rende simili,
passa dal rispetto di ciò che ci fa diversi.
Conserviamola questa gentilezza una volta che sara’ tutto finito.
L’orto
L’orto con i bambini
Mi piacerebbe che gli effetti di questo momento siano migliorativi per l’uomo e per la terra.
Che le persone riescano ad apprezzare e ad integrarsi meglio con la natura oltre ad apportare miglioramenti nella qualità di vita di ognuno di noi mantenendo ad esempio le procedure di smart working adottate in questo periodo.
il telelavoro, la riduzione dell’inquinamento e dello sfruttamento del pianeta, lasciare la macchina ferma, capire maggiormente che l’altruismo può salvare vite umane e che l’egoismo non va bene, i negozi chiusi la domenica: i cesti di libri, pile per apparecchi auricolari per anziani, peluche, tutto gratis, le persone comuni che si offrono di andare a sbrigare le commissioni per i bisognosi.
ma soprattutto, guardarsi sempre negli occhi quando ci si incrocia per strada, tra sconosciuti.
La consapevolezza che io sono gli altri.